Come funziona il Media Freedom Rapid Response (MFRR), programma del Centro europeo per la libertà di stampa e dei media cofinanziato dalla Unione Europea per sostenere giornalisti che subiscono violenze o intimidazioni
di Francesco Gaeta
Nel 2009 Hans-Ulrich Jörges, allora direttore del settimanale Stern, chiamò una cinquantina di amici e colleghi, direttori di testate europee come lui, a firmare un documento che definisse le condizioni fondamentali per una informazione libera. Una Carta europea sulla libertà di stampa, così la definì, in 10 paragrafi (la trovate qui). Il documento fu sottoposto alla Commissione europea e al Consiglio d’Europa e ottenne il sostegno del Parlamento europeo. Grazie a un primo finanziamento della Commissione Europea nacque così, nel 2015, il Centro europeo per la libertà di stampa e dei media (ECPMF), che ha la sede centrale a Lipsia e oggi ha 39 membri – organizzazioni di giornalismo investigativo, sindacati di giornalisti, leader dell’industria dei media, organizzazioni di cittadinanza – e una dozzina di persone di staff. Il Centro vuole favorire «una società in cui la libertà dei media consenta un discorso pubblico aperto in cui tutti possano cercare, ricevere e diffondere informazioni». Oltre alla Commissione Europea, figurano tra i finanziatori lo Stato di Sassonia, la Città di Lipsia e la Media Foundation della Sparkasse Leipzig. Ancora oggi la Commissione europea è il principale sostenitore.
Il Centro fa oggi parte di una rete paneuropea di organizzazioni per la libertà di espressione a cui aderiscono Articolo 19, la European Federation of Journalists (EFJ), la Free Press Unlimited (FPU), l’International Press Institute (IPI), e – per l’Italia – l’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa (OBCT). Con questi partner, ECPMF ha dato vita a un progetto particolare e di sempre maggiore attualità. È il Programma di risposta rapida per la libertà dei media (MFRR, Media Freedom Rapid Response), pensato per «offrire assistenza concreta a giornalisti e operatori dell’informazione negli Stati Membri della UE e nei Paesi Candidati che per via del loro lavoro subiscano minacce di vario tipo, tra cui violenza, molestie e intimidazioni».
Categorie di intervento
Il sostegno del MFRR è indirizzato a diverse tipologie di problemi. Fornisce infatti assistenza medica (per ferite e lesioni subite); sostegno economico di breve periodo per giornalisti che non siano in grado di lavorare; sostegno psicologico, per disturbi post-traumatici da stress; misure preventive di sicurezza, cioè strumenti e risorse che aiutino i giornalisti a tutelarsi dalle minacce, sia online sia nel mondo reale; strumenti di lavoro.
Non esiste un “livello minimo” delle minacce ricevute per essere selezionati dal programma. Ogni caso è infatti analizzato nei dettagli e l’intervento è ritagliato su misura per venire incontro ai bisogni del singolo giornalista, nella specifica situazione di difficoltà.
Concretamente il sostegno può consistere in fondi per la sostituzione di attrezzatura danneggiata da polizia, forze dell’ordine, agenti privati della sicurezza; fornitura di strumenti digitali quali hard disk criptati, chiavi di autenticazione a due fattori e protezione; ausili di protezione per giornalisti e operatori che si trovino in zone di conflitto o post-conflitto; copertura dei costi per cause legali o censura.
Per accedere al programma occorre essere un operatore dell’informazione con sede in uno degli Stati della Unione Europea o dei Paesi candidati (Regno Unito compreso), dimostrare una situazione di bisogno correlata all’attività giornalistica svolta, accettare che il sostegno è temporaneo e il suo scopo è la ripresa quanto più rapida possibile dell’attività giornalistica. La situazione di necessità deve potere essere confermata da almeno due fonti affidabili esterne.
Per candidarsi si può compilare online un modulo (in modalità sicura in termini di privacy), e si possono avere informazioni più dettagliate a questi indirizzi e-mail helpdesk@ecpmf.eu; reportersrespond@freepressunlimited.org
Residenze protette
Esiste anche un’altra declinazione di MFRR. Il suo programma Journalists-in-Residence (JiR) offre un rifugio temporaneo ai giornalisti che subiscono molestie e intimidazioni come conseguenza diretta del loro lavoro. I giornalisti hanno la possibilità di riposare e recuperare in un luogo sicuro, e anche di continuare il loro lavoro investigativo al proprio ritmo e utilizzare il loro tempo per il networking e il recupero.
Il programma JiR dura da tre a sei mesi e comprende un appartamento ammobiliato (la sede centrale del programma è Lipsia), nonché un grant per le spese minime. Copre anche le spese di viaggio e di visto, l’assicurazione sanitaria, la consulenza psicologica e le sessioni di formazione relative ad argomenti come la sicurezza digitale, il reporting mobile e la gestione dei social media. Oltre che a Lipsia il programma Journalist in Residence ha avuto un round di finanziamento trinelae (2020-22) anche in Italia ed è stato curato da QCode Mag, partner di OBCT.