Si intitola Indagini e processo, una guida per capire il corso che si tiene a Milano l’11 ottobre: aggiornamenti sulle nuove norme e strumenti di formazione permanente sul tema. In novembre tre corsi su sessualità e maternità in carcere
In collaborazione con l’Università Statale di Milano e con la Camera Penale di Milano, l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia sta realizzando una biblioteca digitale in tema di processo penale, per chiarire attori e fasi del procedimento penale, dal momento delle indagini a quello dell’esecuzione della pena. L’idea è offrire uno strumento di aggiornamento permanente a disposizione dei giornalisti che vogliano avere chiarezza sulle norme che regolano la giustizia penale e le norme relative all’informazione, anche con articoli di approfondimento di giornalisti, avvocati, magistrati e professori universitari. Per presentare questo progetto è in programma un corso di formazione dal titolo Indagini e processo, una guida per capire che si tiene a Milano l’11 ottobre.
Connessi a questo progetto sono poi tre corsi dedicati al mondo carcerario. Il primo, in programma il 21 ottobre, partirà da una breve analisi dell’ordinamento penitenziario e proseguirà offrendo i dati aggiornati relativi al carcere e allo status della popolazione carceraria. Si approfondiranno i temi relativi all’esecuzione penale (pene detentive, pene alternative, benefici di legge) e, quindi, si analizzeranno i modi in cui i media parlano del carcere e dei detenuti anche in riferimento alle linee previste dalla Carta di Milano.
Il corso che si tiene il 28 ottobre ha invece per tema la sessualità in carcere. Partendo dalle recenti sentenze della Corte Costituzionale, il corso illustrerà lo stato di fatto nelle case di reclusione italiane, con particolare attenzione a quelle in cui è già stata predisposta una “zona” per l’affettività in carcere. Dopo questa breve introduzione, si tratterà delle “occasioni mancate” del giornalismo che, riguardo alla sessualità de* reclus*, commenta spesso in termini scandalistici gli eventi critici, ma raramente coglie queste occasioni per approfondire il tema della sessualità come diritto negato.
Nel terzo corso, il 12 novembre, si parlerà di detenzione al femminile. Il carcere come istituzione totale è una struttura pensata per uomini in cui si riscontra, anche nei documenti ministeriali, un’incapacità di pensare il carcere al femminile. Si fa difficoltà a tener conto dei problemi che affrontano le donne in un regime di reclusione (privazione della genitorialità e dell’affettività, adattamento all’ambiente, rielaborazione critica del reato) e ad analizzare la tipologia e specificità della criminalità femminile. Anche in questo caso il corso si pone l’obiettivo di far luce su questi aspetti e di analizzare come vengono trattati nel linguaggio giornalistico.