«Da noi la chiamiamo Intelligenza artificiale rigenerativa» 

Il direttore Innovazione e Tecnologia del Sole 24 Ore Gionata Tedeschi: i nuovi sistemi di AI consentono di valorizzare i contenuti prodotti fin qui per arricchire la produzione  
di Francesco Gaeta 


«Intelligenza rigenerativa». È la definizione che Gionata Tedeschi, direttore generale Innovazione e  Tecnologia del gruppo Sole 24 Ore, fornisce della nuova AI generativa per come la si sta sperimentando all’interno del gruppo editoriale di Confindustria. L’aggettivo rigenerativa in questo caso sta per «arricchimento e valorizzazione dei contenuti». 

Un esempio di questa logica di utilizzo è costituito dall’Esperto risponde, storico servizio di consulenza su quesiti legali, tributari e fiscali offerto agli abbonati della testata. «Un sistema di intelligenza generativa elabora i quesiti dei lettori, interroga il nostro database per offrire una prima risposta combinando risposte fornite in precedenza a quesiti analoghi. Il risultato viene poi controllato, validato e ulteriormente arricchito dall’esperto. In questo modo ottimizziamo il lavoro del nostro consulente, valorizziamo il nostro archivio e forniamo un servizio ancora più ricco».

Tedeschi definisce il Sole 24 Ore una multimedia tech company: «Le opportunità delle nuove tecnologie vengono studiate e valutate da team crossfunzionali che aggregano tutte le componenti aziendali: redazione, tecnici, management. L’obiettivo è valorizzare i nostri contenuti in una logica di amplificazione per potenziare l’attività giornalistica, in tutte le fasi, dalla produzione alla distribuzione».


Ricerca

Nella fase di ricerca che precede l’ideazione di un contenuto giornalistico – in gergo news gathering – è essenziale la valorizzazione degli archivi, cosa a cui al Sole si sta lavorando attraverso un lavoro di «catalogazione semantica, che consenta una interrogazione dinamica di ciò che abbiamo prodotto. Nella fase di ricerca il giornalista potrà sempre più avvalersi  non semplicemente di un tagging tradizionale che procede per parole chiave ma di una catalogazione dinamica, che aggrega articoli e materiali in base ai contenuti e ai concetti essenziali. In questo modo il nostro archivio diventa un repository di concetti che dialogano tra loro e non solo un contenitore statico di cose archiviate». 

Qui, e in generale in ogni gruppo editoriale, è ovviamente rilevante mantenere elevata la qualità del dato a cui i sistemi di AI possono attingere. «Nel nostro caso non c’è bisogno di cercare altrove: il nostro patrimonio è appunto la nostra banca dati, la produzione di lungo periodo e di grande qualità di cui disponiamo». Il principio della qualità del dato è anche uno dei punti essenziali delle nuove linee guida sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale che il gruppo ha condiviso al proprio interno. 


Produzione e distribuzione

Nella fase di produzione e distribuzione dei contenuti il focus è invece sui formati e l’obiettivo è favorire una produzione pienamente multimediale. «La nostra piattaforma editoriale consentirà sempre meglio in futuro di arricchire gli articoli con file audio e video. Lo stesso in fase di distribuzione: ai sistemi di intelligenza artificiale chiediamo le sintesi di contenuti giornalistici elaborate nelle sintassi richieste dai vari social, e in futuro chiederemo la traduzione in lingue diverse dalla nostra. A questo si aggiunge una ottimizzazione in chiave seo di quanto produciamo. Il tutto per sollevare i giornalisti da questi compiti in modo che possano concentrarsi sulla creazione dei contenuti, la fase della filiera a più alto valore aggiunto. Tali funzionalità possono essere attivate on-demand e non vanno comunque mai disgiunte dall’altro cardine del nostro modello, ossia quello di Human-in-loop, che presuppone sempre la centralità del ruolo umano e professionale nei processi di sviluppo ed adozione dell’AI.  Come supporto quindi all’attività giornalistica e non in sua sostituzione».  


Tedeschi afferma che al Sole c’è un doppio vantaggio: «Siamo partiti molto presto e abbiamo adottato molto precocemente una logica cross funzionale. Significa che per verificare le intuizioni di nuove possibili applicazioni dell’AI lavoriamo con una logica “agile”: progetti pilota che vengono testati e ampliati a seconda degli esiti e delle esigenze manifestate dagli utenti e dal gruppo di lavoro. È essenziale coinvolgere quanto più e prima possibile la componente redazionale in questa esplorazione».


Prospettive

Secondo Tedeschi non ci sono «ricette» che arrivino da modelli esteri a cui ispirarsi. «Tutti i grandi gruppi editoriali procedono sperimentando. Noi osserviamo ciò che fanno gli altri e cerchiamo le nostre soluzioni. La risorsa scarsa in questo momento storico non è la tecnologia, ma la capacità di fare vero change management, di innescare e sostenere il cambiamento culturale richiesto a tutte le componenti di un’azienda per assecondare le opportunità di questa trasformazione. È essenziale parteciparvi tutti insieme, ciascuno nel proprio ruolo. Il rischio non è fare male – soprattutto se ci si muove sempre con gradualità nello sviluppo – ma non fare, arroccandosi in posizioni di chiusura. I giornalisti non devono pensarsi come destinatari del cambiamento. Possono e devono indirizzarlo, guidarlo, governarlo insieme al management». 

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