L’Ordine dei giornalisti Lombardia chiede il sequestro dei canali Telegram e WhatsApp. Le rassegne stampa vìolano il diritto d’autore. Galimberti: “Basta con il saccheggio quotidiano degli articoli dei giornalisti”

L’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha chiesto alla Procura di Milano il sequestro dei canali  chat di Telegram e WhatsApp attraverso cui vengono diffusi ogni giorno gratuitamente i pdf di quotidiani e periodici. Lo rende noto il presidente di OgL, Alessandro Galimberti, firmatario dell’esposto/denuncia indirizzato al procuratore Francesco Greco e depositato questa mattina nella segreteria del procuratore aggiunto Eugenio Fusco. Ad avviso dell’Ordine lombardo, oltre alla grave e ripetuta violazione del diritto d’autore, che ha rilevanza penale anche nei confronti di chi scarica i contenuti protetti e di chi agevola l’illecito – che secondo la Federazione italiana degli editori giornali provoca danni per centinaia di milioni di euro alla filiera dell’editoria – la Procura potrebbe vagliare anche le ipotesi di reato di ricettazione circa le modalità di alimentazione dei contenuti su tali canali. Nell’esposto dell’Ordine lombardo c’è anche la richiesta di contestuale oscuramento dei canali di consegna dei PDF dei giornali, oscuramento da ottenere attraverso la collaborazione dei gestori di servizi di telefonia mobile e dati, in modo da interrompere l’attività illecita.
Secondo il legale dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia,  l’avvocato Valerio Vallefuoco, dal momento che la società Telegram “sembrerebbe avere sede legale a Dubai (come si evince dal sito internet telegram.org), potrebbero essere attivati i canali di cooperazione internazionale in materia di giustizia penale previsti dai Trattati tra l’Italia e gli Emirati Arabi, ratificati e approvati definitivamente con la legge n. 125/2018” che prevede espressamente il sequestro preventivo, il pignoramento, la confisca e la restituzione dei proventi e/o gli strumenti del reato. Per il presidente dell’Ordine lombardo, Alessandro Galimberti, “la crisi del settore editoriale è arrivata a un punto tale da non poter più sopportare il saccheggio giornaliero, massivo e indiscriminato che i monopolisti del Web attuano scientificamente. Anche per questo è quantomai indifferibile il recepimento da parte del Parlamento italiano della legge europea sul copyright”, legge approvata a Strasburgo nel marzo 2019.

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