E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 ottobre (n. 255), il testo della nuova Legge sull’editoria (n. 198 del 26 ottobre 2016), il cui via libera definitivo era stato dato dalla Camera dei Deputati lo scorso 4 ottobre. La legge è quindi in vigore a partire dal 15 novembre. Il testo presentato dal relatore di maggioranza, Roberto Rampi (in foto), era stato approvato con 275 voti a favore, 80 contrari e 32 astenuti (la maggioranza richiesta dei voti era 178). Hanno votato contro i deputati M5S e Forza Italia mentre si sono astenuti quelli della Lega e di Fratelli d’Italia. Il testo, già approvato da Montecitorio, era stato successivamente modificato al Senato lo scorso 15 settembre. Il Ddl approvato oggi dalla Camera dei Deputati prevede “l’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell’editoria e dell’emittenza radiofonica e televisiva locale, della disciplina di profili pensionistici dei giornalisti e della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti”. Per quanto riguarda più in particolare l’Ordine dei giornalisti, il nuovo Ddl prevede che il Consiglio nazionale sia formato da 60 consiglieri (al posto degli attuali 144 + 12 del Consiglio di disciplina), di cui due terzi professionisti e un terzo pubblicisti.
La scheda Ansa sul nuovo Ddl editoria approvato alla Camera dei Deputati
IL FONDO – Ad alimentarlo le risorse statali per il sostegno all’editoria quotidiana e periodica, ma anche quelle per le emittenti locali. Previsto l’uso di una quota, fino a 100 milioni di euro annui per il periodo 2016-2018, delle eventuali maggiori entrate da canone Rai in bolletta. Ci sarà anche un contributo di solidarietà da parte dei concessionari di pubblicità su tv e stampa (0,1% del reddito complessivo annuo).
I SOGGETTI BENEFICIARI – Il testo delega il governo a ridefinire l’intera disciplina, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, partendo dalla platea dei beneficiari. Tra questi, oltre alle tv locali, le cooperative giornalistiche e gli enti senza fini di lucro, quotidiani e periodici delle minoranze linguistiche, imprese ed enti che editano periodici per non vedenti o ipovedenti, associazioni di consumatori, imprese editrici di quotidiani e periodici diffusi all’estero. Esclusi esplicitamente i giornali di partito e le imprese editrici di quotidiani e periodici che fanno capo a gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate. L’ammontare del contributo dipenderà dal numero di copie annue vendute (che non può essere inferiore al 30% delle copie distribuite per le testate locali e al 20% per quelle nazionali) e dagli utenti unici raggiunti, oltre che dal numero di giornalisti assunti. Previsti criteri premiali per l’assunzione a tempo indeterminato di under 35 e limiti massimi al contributo erogabile (50% del totale dei ricavi dell’impresa).
IL TETTO AGLI STIPENDI – Amministratori, dipendenti e consulenti Rai non possono percepire stipendi superiori ai 240 mila euro, tetto che non potrà essere superato anche qualora l’azienda dovesse emettere bond. Il provvedimento prevede anche una riduzione delle risorse pubbliche alle imprese che superano nei confronti del proprio personale, di collaboratori e amministratori, il limite di 240 mila euro. Il governo è delegato a deciderne la rimodulazione.
INCENTIVI E LIBERALIZZAZIONE VENDITA – Il governo dovrà incentivare gli investimenti nell’innovazione digitale, assegnare finanziamenti a progetti innovativi, liberalizzare la vendita dei prodotti editoriali e gli orari di apertura dei punti vendita, incentivare sul piano fiscale gli investimenti pubblicitari su quotidiani e periodici nonché sulle radio e tv locali.
ORDINE GIORNALISTI E PREPENSIONAMENTI – Il testo delega il governo ad adottare, sempre entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, criteri più stringenti per il ricorso ai prepensionamenti dei giornalisti e a rivedere la procedura per il riconoscimento degli stati di crisi, nonché a riordinare e razionalizzare le regole per il Consiglio dell’Ordine (il numero dei componenti viene ridotto a 60, riequilibrandone il rapporto tra professionisti e pubblicisti, due terzi e un terzo).
CRITERI DI EROGAZIONE DEI CONTRIBUTI – Il governo dovrà semplificare l’erogazione dei contributi, che avverrà in due rate (la prima entro il 30 maggio, pari al 50%). Il testo disciplina, inoltre, tempi e modalità di presentazione delle domande e stabilisce i requisiti per la testata online (deve essere regolarmente registrata presso una cancelleria di tribunale, avere un direttore responsabile iscritto all’Ordine, produrre principalmente informazione con aggiornamento quotidiano, non essere una mera trasposizione telematica di una testata cartacea né un mero aggregatore di notizie).
LA CONCESSIONE RAI – Viene ridotta a dieci anni, con un regime transitorio di non oltre tre mesi. (ANSA).
In allegato il pdf del testo del Ddl tratto dal sito della Camera dei deputati e il pdf del testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 31 ottobre 2016