Novembre 2024 – Del nuovo numero di Tabloid e della formazione futura


Piccolo prologo.

All’inizio di ottobre vi avevamo scritto qui del nostro programma Erasmus. Vi avevamo chiesto di inviare una “manifestazione di interesse” a partecipare a una formazione europea – soggiorni fino a 10 giorni – a partire dalla primavera del 2025. Abbiamo ricevuto 660 risposte, molte di più di quanto ci aspettassimo, ed è un’ottima notizia. Vedremo di non deludere le attese, progettando corsi all’altezza dell’interesse. Intanto però un paio di cose che emergono da queste risposte, e alcuni cenni su come proseguiremo la selezione.

La metà di chi ha risposto è iscritto all’albo dei professionisti, ma due su tre non hanno un contratto stabile con una testata. La maggioranza lavora per testate digitali e vorrebbe avere migliori strumenti per fare giornalismo di inchiesta. Infine, otto su dieci si dicono disponibili, al rientro, a organizzare corsi di formazione per altri giornalisti. 
Sono pochi dati, ma ci serviranno per formare i gruppi che parteciperanno a Erasmus e che saranno il più possibile eterogenei, non solo equilibrati per genere ed età ma anche vari per provenienza geografica, per background culturale e per specializzazioni. Tra dicembre e gennaio comunicheremo ai 660 che hanno risposto – in una comunicazione a parte e dedicata – le date dei corsi di formazione che avremo preparato (e per ora vi diciamo che uno sarà certamente su tematiche ambientali e climatiche). Poi contatteremo chi in quelle date si è detto disponibile. Contiamo di formare i gruppi tra febbraio e marzo, e di realizzare il primo di questi soggiorni di studio in maggio. Per ora è tutto, ma vi aggiorneremo, che abbiate risposto o meno. 

Adesso il resto. 

Giustizia e informazione sul nuovo numero di Tabloid 
È uscito il nuovo numero di Tabloid, che potete sfogliare qui o scaricare qui in formato pdf. È dedicato ai rapporti tra informazione e giustizia. Come abbiamo scritto nell’editoriale, pensiamo che il confronto, ultimamente piuttosto robusto, tra politica e magistratura si stia risolvendo in modo paradossale, cioè nella pretesa di curare vere o presunte patologie del giornalismo bloccando l’accesso alle informazioni e limitando la pubblicazione degli atti giudiziari. Lo diciamo senza volere urlare alla censura e consapevoli che (in alcuni casi) il giornalismo si è impropriamente sostituito alla giustizia attraverso “processi mediatici” su stampa, tv e social. È qualcosa che va evitato, e il principio in dubio pro reo deve diventare patrimonio deontologico di tutti noi. Come uscirne? Più che le leggi, e insieme alle decisioni deontologiche – che non mancano – occorre una cultura dell’informazione e del giornalismo che ci renda più consapevoli del nostro ruolo. È un “vasto programma”, direte. E di certo ha tempi lunghi ed esiti non sempre certi, ma non c’è altro da fare. La Fondazione per il giornalismo Walter Tobagi, che abbiamo presentato all’inizio di ottobre, servirà a questo. Ad avere maggiori risorse per realizzare una formazione ancora più accurata e utile, e a fare ricerca (applicata) sulla professione, per monitorare i modi e le condizioni in cui oggi viene svolta e i cambiamenti a cui è sottoposta. 


Glocal, a Varese

Per la formazione che già c’è, segnaliamo la tredicesima edizione di Glocal, il festival di giornalismo organizzato da Varesenews che l’Ordine dei giornalisti della Lombardia contribuisce a progettare e a finanziare. Si tiene a Varese dal 7 al 9 novembre e ha in calendario circa 40 appuntamenti, molti dei quali sono corsi riconosciuti dall’Ordine e che dunque concedono crediti formativi. Domande è il tema di quest’anno, con diversi incontri dedicati all’Intelligenza Artificiale. Piccola nota di metodo: come per tutti gli altri corsi, l’iscrizione avviene esclusivamente online attraverso la piattaforma formazionegiornalisti.it  Tutte le info sul programma sul sito di Glocal.

Politica internazionale (novembre). Come sappiamo, il 2024 è l’anno «più elettorale» della storia recente. L’elezione più rilevante, quella per la presidenza degli Stati Uniti, è questione di giorni. Che riflessi avrà sull’Europa e sui conflitti in corso? E sugli assetti dell’Alleanza Atlantica? Per rispondere, abbiamo progettato una serie di corsi di politica internazionale. Il 4 novembre si parlerà dei processi decisionali delle istituzioni europee: saranno analizzate le prerogative dei principali organismi deliberativi, consultivi ed esecutivi e le procedure attraverso le quali direttive e regolamenti diventano norme negli ordinamenti nazionali. L’11 novembre un appuntamento dedicato alle prospettive della NATO: quale il ruolo dell’Alleanza Atlantica alla luce dei risultati dalle elezioni americane, e dagli sviluppi delle guerre in Ucraina e in Medio Oriente? Il 25 novembre parleremo di Gran Bretagna, per analizzare i primi mesi di governo del nuovo esecutivo laburista. In tutti questi appuntamenti i relatori saranno giornalisti ed esperti, accademici e non, per dare un quadro che coniughi i punti di vista di chi osserva sul campo e di chi analizza e studia le grandi traiettorie di sviluppo dei Paesi e delle istituzioni esaminati.

Giornalismo di guerra (novembre)
Se fino a cinque anni fa era considerato un settore per specialisti, limitato a pochi esperti, oggi il giornalismo di guerra, è frequentato quasi quanto la cronaca locale. Ma per affrontarlo, sul campo e anche al desk, le competenze devono essere potenziate e diversificate. Dalle implicazioni etiche e deontologiche alla preparazione fisica, dalle valutazioni logistiche alle nozioni di pronto soccorso, questo corso (Etica e tecniche del giornalismo di guerra, 27 novembre) si propone di fornire una mappa ragionata di quanto è necessario per affrontare il tema con coscienza, sia da giornalisti interni alle testate che da liberi professionisti.

Laboratorio di scrittura giornalistica (novembre e dicembre)
Portare il lettore sulla scena di ciò che si osserva. Dare respiro al racconto senza perdere precisione. Per un cronista, saper utilizzare alcuni strumenti della narrativa significa usare la scrittura per essere più efficace. Come ogni forma di artigianato, questo richiede studio e pratica. Abbiamo pensato a un corso in 4 moduli che si intitola Longform – Il grande racconto giornalistico da leggere e scrivere – che si propone di analizzare alcuni casi studio. Il corso è un piccolo laboratorio (massimo 20 iscritti) strutturato in quattro lezioni di 3 ore ciascuna con alcune parti di esercitazioni (è richiesto l’uso del pc). In ogni lezione sarà letto e analizzato un articolo di un maestro del longform italiano. Il primo modulo – a Milano, il 6 novembre, presso il Laboratorio Formentini, in via Formentini 10 – sarà dedicato a Dino Buzzati, scrittore e cronista di cronaca nera. Gli altri moduli – sempre nella stessa sede – saranno dedicati a Carlo Levi (il 13 novembre), a Camilla Cederna (il 20 novembre) e a Miriam Mafai (il 6 dicembre). Il corso è a pagamento (25 euro), ci si iscrive come sempre su formazionegiornalisti.it secondo le modalità e i termini di pagamento indicati in piattaforma. 

Cina (dicembre e gennaio) 

Abbiamo in programma anche tre corsi sulla Cina, tra dicembre gennaio. Il primo (I fondamenti del pensiero cinese, 11 dicembre) analizzerà la natura “processuale” del pensiero e della lingua cinesi e il primato del collettivo in quella cultura. Il secondo (La centralità dei margini, 18 dicembre) è un invito a conoscere e riflettere sulle peculiari modalità con cui la Cina configura il proprio sistema politico e la sua realtà etnicamente articolata, in alternativa al modello dello Stato-Nazione europeo. Il terzo corso (La Cina fuori dalla Cina, 15 gennaio) è una riflessione sulla specificità della cooperazione internazionale cinese e della Belt and road initiative – la principale componente della strategia “Major Country Diplomacy” – nel contesto delle relazioni geo-politiche globali.

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