I fondi al giornalismo investigativo stanno diminuendo

Tagli a USAID da parte della amministrazione Trump, aumento di richieste alle fondazioni europee: il rischio è che nei prossimi anni le risorse per finanziare inchieste su media indipendenti si azzerino. Il parere di Alessia Cerantola, direttrice editoriale di Investigative Europe 

di Marta Frigerio 

Questo articolo è parte di  Tabloid Project, il magazine multimediale dell’OgL  

I tagli ai finanziamenti USAID annunciati dall’amministrazione Trump stanno avendo un impatto significativo sul giornalismo indipendente, con effetti anche in Italia. Alessia Cerantola, direttrice editoriale di Investigative Europe ed ex coordinatrice di OCCRP, spiega che chi ha perso quei fondi «va a bussare alle fondazioni cui già gli altri centri di giornalismo indipendente andavano a bussare, e quindi la torta diventa sempre più piccola». 

Le grandi fondazioni internazionali si trovano così sommerse da richieste crescenti, e a soffrirne sono soprattutto i centri più piccoli, che rischiano di ricevere ancora meno finanziamenti, se non addirittura nulla.
Il giornalismo investigativo, già fragile per la mancanza di un modello economico sostenibile, si trova ora a fronteggiare una crisi ancora più profonda. «Non è un fallimento del business model del giornalismo indipendente: il giornalismo è un servizio che si fa per il pubblico, è qualcosa che non deve necessariamente essere sovvenzionato ma tutelato, ad esempio con delle tassazioni più agevolate e una maggiore protezione nei confronti delle Slapp». 

Molte redazioni investigative si basano su fondi pubblici o filantropici per sopravvivere, ma se queste risorse vengono meno, il sistema rischia di crollare. «Se viene a mancare questa struttura di finanziamento, molte testate investigative dovranno ridimensionarsi drasticamente o addirittura chiudere. Le grandi inchieste costano: tempo, denaro e risorse umane che molti media tradizionali non possono più permettersi», spiega Cerantola. «Ecco perché il ruolo dei centri di giornalismo investigativo è fondamentale, ma paradossalmente sono proprio loro a trovarsi in maggiore difficoltà».


Ma il problema non è solo economico. Si sta verificando anche «un attacco generale al mondo della filantropia e ai donors. Se vengono colpiti i meccanismi di sostegno al giornalismo indipendente, cadrà un’altra grande parte del finanziamento, e questo avrà un effetto a cascata». Il rischio è che il sistema si spezzi, colpendo non solo i centri investigativi, ma anche i media tradizionali, che sempre più spesso si affidano a inchieste finanziate da fondazioni ed enti erogatori per sopperire alla mancanza di risorse interne.
 In questo scenario, l’Europa potrebbe giocare un ruolo chiave. Alcuni paesi hanno già avviato programmi di sostegno al giornalismo investigativo, dove fondi pubblici vengono destinati alla produzione di inchieste di interesse pubblico. 

Tuttavia, in Italia come in altri paesi, la situazione è complessa. «In generale il sostegno al giornalismo è spesso percepito con sospetto e il dubbio è che la dipendenza da fondi statali possa compromettere l’indipendenza editoriale» osserva Cerantola. «Servirebbe una discussione più ampia su come garantire un finanziamento stabile e trasparente, senza che questo diventi uno strumento di pressione politica».


Oltre ai problemi finanziari, il giornalismo investigativo deve affrontare anche crescenti pressioni legali e politiche. «Vediamo un aumento delle querele temerarie, delle minacce legali e delle campagne di discredito contro i giornalisti. Questo crea un clima di intimidazione che rende ancora più difficile portare avanti inchieste su temi sensibili». In molti paesi, le leggi sulla diffamazione vengono usate come strumento per mettere a tacere i reporter, costringendoli a lunghe e costose battaglie legali. «Non si tratta solo di pressioni economiche, ma di un attacco sistematico alla libertà di stampa».


Nonostante queste difficoltà, il giornalismo investigativo continua a dimostrare di essere uno strumento fondamentale per la democrazia. Le grandi inchieste degli ultimi anni, come ad esempio i Panama Papers, hanno avuto un impatto enorme, portando a dimissioni di politici, riforme legislative e indagini giudiziarie. Tuttavia, senza un adeguato sostegno economico, il rischio è che queste inchieste diventino un lusso che pochi potranno permettersi. E il futuro appare sempre più incerto. «Forse sono una Cassandra, ma temo che uno tsunami stia arrivando. Bisogna cercare modelli alternativi. In questo periodo di massima crisi spero troveremo nuove ispirazioni». 

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