Favorire nuovi modelli di business, rafforzare le competenze gestionali, dare sostenibilità sul lungo periodo. Sono le finalità di alcune fondazioni che non finanziano singole inchieste ma le competenze di giornalisti e manager
Di Marta Frigerio

Questo articolo è parte di Tabloid Project, il magazine multimediale dell’OgL
Non basta finanziare una singola inchiesta per supportare il giornalismo indipendente. Se si ha quell’obiettivo è necessario formare competenze giornalistiche ma anche manageriali. Ecco perché alcuni grant non si limitano a sostenere singoli progetti, ma investono nella crescita professionale di chi lavora o gestisce le redazioni e nella creazione di modelli di business sostenibili nel lungo periodo. Un processo di capacity building, per prendere in prestito un termine usato del terzo settore, che possa aiutare le organizzazioni editoriali a strutturarsi meglio. Per il giornalismo indipendente, infatti, la vera sfida risiede oggi nel diversificare i ricavi, distaccandosi da modelli che si basano soltanto sulla pubblicità.

Per le redazioni già strutturate
Oltre ai bandi per singole inchieste, esistono grant strutturali che vengono erogati da fondazioni con una prospettiva solitamente pluriennale. Questi fondi sono destinati a coprire alcuni costi delle redazioni e fornire consulenza, per esempio per permettere loro di pianificare investimenti sulle strutture e i processi di lavoro. Inoltre, permettono di focalizzarsi su aspetti strategici fondamentali, come lo sviluppo di modelli di membership, che si basano sulla creazione di comunità di lettori coese che si riconoscono in un progetto editoriale e lo sostengono con sottoscrizioni o abbonamenti in modo stabile. Per questo servono competenze di community management, di marketing e comunicazione, di gestione del bilancio, di lobbying di comunità.
Su tutto questo, la Fondazione Civitates nel 2021 ha stanziato 2.467.000 euro a favore di undici media indipendenti europei. Questi finanziamenti supportano redazioni che operano in contesti dove il mercato non riesce a sostenere il giornalismo indipendente e, per questo, spesso le piccole realtà editoriali sono state acquisite da attori statali o da grandi gruppi; o ancora dove il quadro normativo è particolarmente difficile e ostile per chi decide di fare giornalismo d’inchiesta.
Un’altra realtà filantropica impegnata in questo settore è la Limelight Foundation, con sede nei Paesi Bassi.
Pur con modalità operative differenti, entrambe le fondazioni si concentrano sul supporto a medio termine sia sul piano editoriale che organizzativo, per redazioni già consolidate, che hanno alle spalle pubblicazioni complesse e di grande rilievo.
Per le piccole redazioni indipendenti
Per le organizzazioni che invece muovono i primi passi sul palco del giornalismo indipendente esistono fellowship come quelle promosse dall’International Press Institute. Questi programmi combinano supporto economico e formazione, con l’obiettivo di aiutare le redazioni a sviluppare modelli di business sostenibili.
Personalmente, ho partecipato al progetto Media Innovation Europe, promosso da IPI. Il programma, durato otto mesi, si è focalizzato sull’analisi del pubblico e sulle dinamiche di mercato. Oltre alla formazione, la fellowship prevedeva un finanziamento per sviluppare un nuovo prodotto editoriale basato sulle competenze acquisite durante il percorso. La parte più arricchente è stato il confronto diretto con colleghi europei e l’incontro con modelli editoriali originali, che in Italia non sono ancora stati sperimentati. Come Gen, știri: un progetto interamente pensato per i social e rivolto alla Gen Z. Il team di redazione è composto esclusivamente da under 24.
Un’altra iniziativa interessante, lanciata di recente, è il progetto promosso da Journalismfund per il solutions journalism, un approccio ancora poco diffuso in Italia che punta a raccontare non solo i problemi, ma anche le possibili soluzioni. Il programma offre supporto economico e formazione personalizzata per le piccole redazioni indipendenti, con l’obiettivo di rendere il giornalismo più efficace e sostenibile. L’idea è che un giornalismo più orientato alle soluzioni possa non solo migliorare il rapporto con il pubblico, ma anche creare nuovi modelli di business basati sulla fiducia dei lettori e sullo sviluppo di comunità verticali interessate a tematiche precise come, ad esempio, la crisi climatica. Persino in Ucraina c’è chi ha puntato tutto sul giornalismo delle soluzioni: Rubryka è una giovane redazione indipendente che racconta storie di ambiente con un taglio costruttivo.
L’interesse per il giornalismo locale
Ci sono poi numerosi finanziamenti destinati al giornalismo locale e ai piccoli editori, con l’obiettivo di rafforzarne e promuoverne il ruolo sociale. I grant a loro dedicati mirano a colmare il vuoto informativo creato dall’espansione dei news desert, aree in cui intere comunità restano senza un media – online o su carta – che racconti il territorio nelle sue criticità e potenzialità.
L’obiettivo non è solo garantirne la loro sopravvivenza, ma anche incentivarne la crescita, migliorando la sostenibilità economica e la qualità dell’informazione, con un’attenzione particolare ai nuovi formati per intercettare un pubblico più giovane, e favorendo collaborazioni transfrontaliere tra redazioni locali.
Anche se non si tratta di un grant in senso stretto, il progetto del collettivo CORRECTIV! ha un obiettivo ambizioso: introdurre tecniche di data journalism nelle redazioni locali. Lo fa mettendo a disposizione dataset tematici e seguendo i giornalisti che scelgono di partecipare alle inchieste, aiutandoli a integrare l’analisi dei dati nel lavoro giornalistico su scala locale. Un metodo che consente di raccontare storie locali con maggiore profondità, ampliandone la prospettiva a livello europeo.
Infine, per i giornalisti che non fanno parte di una redazione, sempre Journalismfund ha finanziato nell’ultimo anno diversi progetti per sviluppare competenze trasversali, con un’attenzione particolare al giornalismo ambientale e d’inchiesta. Un aspetto interessante è che questi corsi sono stati strutturati da giornalisti per giornalisti, coinvolgendo redazioni internazionali, tra cui anche diverse italiane, come ad esempio il progetto Territori di inchiesta organizzato dal collettivo FADA. Oltre a garantire spesso una piccola somma di denaro per finanziare la produzione di un articolo, questi progetti offrono percorsi di mentorship — ovvero formazione su come strutturare e sviluppare una storia giornalistica — e opportunità di networking. Molti di questi programmi sono ancora attualmente in corso e sul sito di Journalismfund ci sono tutte le informazioni per candidarsi.
Post Scriptum Una piccola nota di servizio: l’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha avviato da qualche tempo un servizio di monitoraggio dei finanziamenti concessi al giornalismo indipendente da fondazioni e altri enti erogatori, europei e non. Potete trovarlo a questa pagina del sito. Aggiornamenti vengono pubblicati anche sull’account Linkedin dell’OgL, con cadenza mensile