Un posto per tutti nella casa dei Podcast

Chora Media, la società fondata e diretta da Mario Calabresi, punta ad assicurarsi segmenti di pubblico interessati a singole aree informative ma anche a innescare un rapporto caldo e paritario con chi ascolta.

di Francesca Milano, responsabile dei podcast giornalistici di Chora Media

Ad ogni momento della giornata il suo mezzo di comunicazione più adeguato. Sembra essere questo il modello che i cittadini stanno applicando alla propria dieta informativa. E in questo modello trova spazio anche il podcast, uno strumento “nuovo” ma in realtà antichissimo, basato sulla narrazione orale.

Il successo dei podcast ha origine nel tipo di fruizione. A differenza di altri mezzi di comunicazione, infatti, il podcast non richiede una attenzione esclusiva. Per guardare la tv bisogna tendenzialmente stare comodi sul divano, per leggere un giornale bisogna stare fermi, per guardare un sito internet o i social network bisogna quantomeno potersi concentrare con lo sguardo sullo schermo.

Francesca Milano negli studi di Chora Media
Multitasking e fidelizzazione

Il podcast, invece, permette di riempire di un contenuto (di news, di approfondimento, narrativo o fiction) un tempo intellettualmente morto. Gli spostamenti a piedi, in auto o sui mezzi pubblici, per esempio. Ma anche i lavori di casa, l’attesa in un ufficio pubblico, l’attività fisica al parco o in palestra, il tempo passato in cucina o quello impiegato sotto la doccia. Si tratta di attività quotidiane che si compiono spesso in maniera meccanica, senza che il cervello sia realmente impegnato. Il podcast consente di fruire di informazione mentre si fa altro. In un’era così rapida, in cui il tempo per potersi dedicare alla lettura si riduce sempre di più, l’audio viene incontro alla costante esigenza dell’essere “multitasking”, ossia di riuscire a ottimizzare il proprio tempo e a fare più cose in contemporanea. Inoltre, legando la fruizione di podcast a un’attività routinaria, è più facile per i giornalisti podcaster entrare nel flusso quotidiano della vita degli ascoltatori. Oggi più che mai conta il rapporto di fidelizzazione tra giornalista e cittadino, un rapporto fatto di fiducia professionale ma anche di appuntamenti fissi.

I numeri di Chora Media
  • 85 serie pubblicate pubblicate
  • 20 serie in arrivo
  • 10 libri nati da podcast
  • 11 podcast sono stati al primo posto nella classifica Spotify
  • 24-35 anni: fascia di età più rilevante di ascoltatori
Rapporto paritario con il pubblico

Questo è uno dei pilastri su cui si fonda tutta l’informazione di Chora Media, la podcast company fondata da Mario Calabresi: l’autorevolezza del giornalismo non si basa più su un rapporto verticale con il pubblico, ma con un rapporto orizzontale, a cui contribuisce anche l’uso dei social network. Soprattutto per le nuove generazioni, il modello verticale che vede un’emittente calare dall’alto il suoi contenuti è respingente. Al contrario, oggi l’informazione passa attraverso un rapporto più “paritario”: mi fido se mi identifico in te, se mi assomigli, se parliamo la stessa lingua. I podcast informativi di Chora Media – daily, weekly o basati su serie con un numero predefinito di puntate – si pongono quindi l’obiettivo di informare le nuove generazioni instaurando con loro un rapporto di fiducia.

Verticalità dei temi

Al contrario di altri editori, Chora ha deciso di puntare sull’informazione verticale, in modo da assicurarsi un pubblico interessato ad ogni singolo tema: esteri, finanza, politica interna, libri, sport eccetera. Questo anche perché si è scelto di creare contenuti di approfondimento, che vadano oltre la notizia rapida che si può conoscere anche attraverso altri mezzi di informazione (siti, social, telegiornali). Il podcast diventa piuttosto uno strumento per approfondire un tema o una vicenda di particolare interesse. Per poter approfondire, però, è necessario il tempo. E qui subentra un’altra caratteristica: il podcast non ha vincoli temporali come una trasmissione radiofonica, legata a un palinsesto spesso troppo stretto. A decidere non è quindi una scaletta dettata dalle pubblicità, dai Gr o dagli appuntamenti sul traffico, ma il contenuto stesso della storia. Quanto tempo è necessario per raccontare e spiegare un avvenimento? È questa la domanda che il giornalista-podcaster si fa quando inizia a lavorare su una puntata.

Logica on demand

C’è poi un’altra sostanziale differenza con radio: il podcast è on demand. È l’ascoltatore a decidere quando ascoltare una puntata. È un cambio totale di paradigma che consente al cittadino di costruirsi una dieta informativa basata sui propri bisogni e i propri tempi.

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