Prosegue l’attività di sensibilizzazione che l’Ordine dei giornalisti della Lombardia sta portando avanti sul tema della presunzione di innocenza.
Il 12 aprile, l’OgL organizza a Brescia un corso di formazione (presso la sede di Confartigianato in via Orzinuovi 18, dalle 14.30, 5 crediti) per illustrare le criticità contenute nel decreto legislativo 188/2021 e chiamare magistrati e avvocati a una riflessione comune.
Il corso vede il supporto dell’ufficio della Procura della Repubblica, dell’Ordine degli avvocati di Brescia e delle Camere Penali. L’obiettivo – come abbiamo spiegato in questo documento – è proporre linee di azione utili a una riforma della materia, affinché siano armonizzate le due esigenze in gioco: il diritto fondamentale dell’indagato a un processo anche “mediaticamente giusto” e le esigenze dei giornalisti per una informazione accurata su indagini e processi.
I relatori del corso:
Riccardo Sorrentino – Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia e giornalista de Il Sole 24Ore;
Francesco Prete – Procuratore della Repubblica di Brescia;
Veronica Zanotti – Presidente delle Camere Penali di Brescia;
Valeria Cominotti – Vicepresidente dell’Ordine degli Avvocati di Brescia
Mara Rodella – Giornalista del Corriere della Sera
L’OgL ritiene che la presunzione di innocenza sia un diritto fondamentale, che tuttavia non può essere tutelato comprimendo la libertà di informazione dei giornalisti. È quello che di fatto sta accadendo, anche in Lombardia, a causa di un’interpretazione troppo rigida delle nuove norme sulla comunicazione delle Procure e della Polizia giudiziaria entrate in vigore un anno fa.
L’Ordine dei giornalisti della Lombardia, che per un anno ha monitorato l’applicazione della normativa sul territorio attivando una commissione di studio, auspica:
che il rapporto con i giornalisti sia rapido e continuo;
che l’informazione diffusa da Procure e Polizia giudiziaria sia completa;
che sia evitata ogni burocratizzazione nei flussi di informazione: le norme vanno applicate solo all’Informazione istituzionale delle Procure e non devono impedire il necessario lavoro di verifica, da parte dei giornalisti, di notizie attinte a fonti private;
che le norme non siano applicate a notizia che non siano, o non siano ancora, oggetto di indagini, in modo che non influiscano sulla cosiddetta cronaca nera;
che l’organizzazione delle Procure sia adattata alle nuove responsabilità attribuite dalla legge.