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Se si parla di migranti, la matematica è un’opinione. La loro presenza sul territorio nazionale, oltre la fisiologica aleatorietà nel quantificare i flussi migratori, subisce la pressione di forze potenti, quanto poco scientifiche:politica e informazione. La loro sommatoria produce, spesso, un’opinione pubblica manipolata. Se assecondiamo quanto di recente ha dichiarato il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, risulterebbe che dal 2015 (e quindi in epoca assai precedente all’attuale governo giallo-verde) “il numero massimo stimabile di irregolari in Italia è di circa 90 mila persone, un numero molto più basso rispetto a quanto qualcuno va narrando in questi giorni”. Qualcuno chi, ci si chiede? Occorre infatti ricordare che lo spettro dell’invasione dello straniero è ed è stato cavallo di battaglia dello stesso ministro, prima di divenire tale; lui a dire di “mezzo milione di clandestini in giro per l’Italia a campare di furti e illegalità” (8 febbraio 2018), quando non (27 dicembre 2017) di “5 milioni di poveri, 4 milioni di disoccupati, 1 milione di clandestini”. Certo, ad assecondare i numeri ridimensionati dal capo del Viminale, c’è da chiedersi se a fronte della complessa composizione di normative integratesi negli anni – dalla Turco-Napolitano del ‘98, alla Bossi/Fini del 2002, al pacchetto sicurezza Maroni del 2009 che apre al diritto penale con il reato di immigrazione clandestina – vi fosse quell’emergenza nazionale tale da mandare in onda una normativa improntata a restrizione dell’accoglienza e dell’ospitalità e voluta proprio da chi ora “restringe” l’allarme. Sia pure con dati non sempre combacianti tra stime Ocse, Istat, Ispi e Ismu, un fatto pare palmare: il numero degli stranieri è stabile dal 2013, e la loro incidenza aumenta di pochissimi decimali all’anno soprattutto per via della diminuzione della popolazione italiana. Il centro studi Idos, ad esempio, smentisce la favola dell’assedio, mentre un sondaggio dell’Istituto Cattaneo ci indica tra gli europei con la percezione più lontana dalla realtà riguardo al numero di stranieri nel Paese, stimati più del doppio dei presenti. In Europa, dove gli stranieri sono 38,6 milioni (di cui 21,6 extracomunitari) e incidono per il 7,5 per cento sulla popolazione complessiva, secondo il rapporto Idos, l’Italia è terza (vedi grafico verde) dopo Germania (9,2 milioni) e Regno Unito (6,1); con i nostri 5 milioni superiamo la Francia (4,6) e la Spagna (4,4).Ma riguardo invece alla quota di extracomunitari, secondo TrueNumbers, l’Italia si posiziona al quinto posto in Europa, dietro Germania, Inghilterra, Francia e Spagna (grafico rosso e blu). E secondo il Dipartimento di pubblica sicurezza, infine, il vero crollo (grafico in basso) delle migrazioni degli extracomunitari, in Italia, dopo 40 anni, si è verificato nel luglio 2017, subito dopo l’accordo tra l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti e la Libia. Secondo Eurostat, nel 2017 nell’Unione europea c’è stato sia un drastico calo degli attraversamenti irregolari delle frontiere (diminuiti di nove volte rispetto al 2015) che delle richieste di asilo, con il 43,5% in meno sul 2016. Eppure il 4 ottobre 2018, sotto la pressione di una fantasmatica invasione, agevolata da parcellizzate e micidiali fake news, è passato il decreto legge 113 convertito in legge 132 l’1 dicembre 2018. Si tratta di 42 articoli suddivisi in 4 titoli sotto i quali sono mescolati argomenti eterogenei, dall’immigrazione, alle occupazione abusive, ai beni confiscati ai mafiosi. Un melting pot, per restare in argomento. E quello di cui andremo a parlare il 28 maggio nel nostro corso di formazione deontologica con un parterre di qualificatissimi relatori (il costituzionalista Valerio Onida, l’ex magistrato Gherardo Colombo e l’avvocato giuslavorista e membro Asgi Livio Neri) sarà il core business del decreto: le nuove norme sull’immigrazione, il loro impatto sulla Costituzione e sulle leggi internazionali sul diritto d’asilo, e di cui qui si fa solo un brevissimo cenno, lasciando ai relatori e al convegno la miglior trattazione, all’abolizione di fatto della protezione per motivi umanitari. Un tempo, secoli fa, la xenia greca, induceva a trattare l’ospite con calore e rispetto,perché, si diceva, nello sconosciuto si poteva celare un Dio. Il Ciclope, con la sua cecità fisica e d’animo, che dello straniero vorrebbe fare polpette per la cena, riceve, oltre che il disprezzo omerico, un trattamento crudelmente farsesco. Era molto tempo fa, e alcuni uomini sono di scarse letture o memoria.
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