Il libro si inquadra nella tradizione degli art thriller, i gialli in cui l’arte gioca un ruolo da protagonista, Il collezionista di respiri, il primo romanzo di Mario Gerosa, capo redattore di AD e autore di vari saggi dedicati a personaggi e temi del cinema e della televisione.
La storia si innesta in una tematica di stretta attualità, quella dell’arte contemporanea che cerca nuove strade per esprimersi e per stupire, non esitando a stravolgere in modo drammatico l’idea dell’altro da sé, creando dei macabri tableaux vivants, delle sculture incarnate che replicano l’arte regalandole la vita.
Il romanzo è soprattutto una proiezione surreale del mondo dell’arte contemporanea vista in un futuro prossimo, dove saltano tutte le regole. Oggi l’arte si è già spinta molto verso i confini più estremi: ci sono performance dai toni da film horror, si parla molto di tassidermia, con composizioni di animali che riecheggiano l’immaginario dei freak, e soprattutto c’è un rinnovato interesse per il collezionismo da wunderkammer. Gli appassionati creano camere delle meraviglie con gli oggetti più inusuali e nella visione del romanzo si ipotizza che qualcuno arrivi anche a collezionare persone vere trasformate in figure di celebri capolavori, modificandone i tratti somatici e sottoponendo qualche malcapitato a drammatici interventi chirurgici, impiantandogli una zampa caprina oppure sostituendo alle gambe di una ragazza la coda di una sirena.
La vicenda appare quindi come un vibrante monito per il mondo dell’arte contemporanea, che dopo aver violato molte barriere potrebbe spingersi oltre, nell’ambito di ciò che è eticamente proibito. Protagonista della storia è Nina, una ragazza della generazione dei millennials, che vede vacillare i propri principi quando viene progressivamente plagiata da individui senza scrupoli, che intendono l’arte come mercificazione o come strumento per appagare le proprie fantasie erotiche. Questa ragazza compie un proprio percorso personale, arrivando a chiarire a se stessa la propria identità, scontrandosi con scelte molto sofferte. Una vicenda in cui il passaggio all’età adulta di una millennial avviene in una Milano ostile e postmoderna, dove è in programma un fantomatico convegno sull’Arte e il suo doppio, organizzato al lugubre Grand Hotel Morbelli, ribattezzato Grand Hotel du Morbe. Nel romanzo la stessa Milano si riflette in una specie di immagine speculare, con musei che diventano ricettacoli di collezionisti spietati, cliniche in cui si praticano operazioni al di là della legge, e residenze private in cui si consumano oscuri delitti. Sullo sfondo, l’idea sempre presente della mitologia, l’ultima moda in fatto di collezionismo artistico, che spinge milionari senza scrupoli a pagare cifre enormi per una scultura vivente con le fattezze di un fauno o di una Medusa.
Mario Gerosa, Il collezionista di respiri, Edizioni Falsopiano, 280 pp. (versione su carta in uscita a fine novembre, 16 euro; ebook, già disponibile, uscito a maggio 2019, 2,99 euro).