Altre 42 tessere di pubblicista ad honorem sono state consegnate ai giornalisti del Bullone, animato dal contributo di ragazzi che hanno vissuto o vivono ancora il percorso della malattia, in aggiunta alle 42 già riconosciute dalla precedente consiliatura.
Pensare, fare, far pensare. È questo il motto del mensile Il Bullone, animato dal contributo di ragazzi che hanno vissuto o vivono ancora il percorso della malattia, così come Pensiero e azione – di crociana (e mazziniana) memoria – è elemento fondante del manifesto della Fondazione che lo sostiene. Parole importanti, per un mondo del giornalismo che continua a parlare di “scrittura”, “linguaggio”, “comunicazione”, parole con le quali ci facciamo rinchiudere e ci richiudiamo in una superficialità che sminuisce la nostra professione. I “giornalisti sociali” del Bullone, spinti al giornalismo da una grande passione che merita anche il riconoscimento dell’Ordine, hanno molto da dire a tutti i professionisti italiani.
Il Consiglio regionale della Lombardia ha deciso, all’unanimità e su proposta del consigliere Fabio Cavalera di concedere a 42 giornalisti del Bullone la tessera di pubblicista ad hononem in aggiunta alle 42 già attribuite dal precedente consiglio guidato da Alessandro Galimberti. Il 27 maggio, nella sede dell’Ordine della Lombardia, il presidente Riccardo Sorrentino ha consegnato ai nuovi colleghi il riconoscimento, alla presenza di Giancarlo Perego, direttore responsabile, di Sofia Segre Reinach, newspaper chief editor, del fondatore del Bullone Bill Niada, del vicepresidente dell’Ordine Francesco Caroprese e di diversi consiglieri in presenza o in collegamento.