Duecento milioni di euro nel 2017, quasi altrettanti nel 2018 e nel 2019: è l’ammontare delle risorse che confluiscono nel Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione. Lo si legge nella tabella della relazione tecnica a un emendamento del governo alla manovra che riguarda l’editoria. “L’emendamento – si legge – attua l’istituzione nello stato di previsione del Tesoro del Fondo per il pluralismo nel quale confluiscono tutte le risorse previste dal primo articolo della legge sull’editoria”.
La Riforma dell’editoria ha infatti introdotto presso il Ministero dell’economia e delle finanze, un Fondo che viene alimentato con risorse statali già destinate al settore, attraverso un contributo di solidarietà pari allo 0,1% del reddito complessivo a carico dei concessionari della raccolta pubblicitaria e una parte, fino a un massimo di 100 milioni annui per il periodo 2016/2018 delle maggiori entrate derivanti dal canone Rai. Le somme non impegnate in ciascun esercozio possono esserlo in quello successivo. Nei limiti delle risorse del Fondo, è prevista, tra l’altro anche lo’erogazione di un contributo per il sostegno delle spese relative all’utilizzo dei servizi di telefonia e di connessione dati, che sostituisce le attuali riduzioni tariffarie. Lo stesso provvedimento prevede infine l’incentivazione fiscale degli investimenti pubblicitari incrementati su quotidiani, periodici e sulle emittenti radiotelevisive (se realizzati in quantità almeno pari a quella dell’anno precedente, con la detassazione che cresce se realizzati in quantità maggiore), riconoscendo un particolare beneficio agli inserzionisti di micro, piccola e media dimensione.