Ci lascia Enzo Catania, ex direttore del Giorno

È morto il 24 gennaio a Milano Enzo Catania, 83 anni, direttore del Giorno dal 1995 al 1997. Lo ricordiamo riproponendo l’intervista realizzata da Federico Baccini e pubblicata su Tabloid nel 2019, in occasione della consegna della medaglia per i giornalisti con 50 anni di iscrizione all’albo.

Enzo Catania, una vita al quotidiano Eni da cronista a direttore. Scoprì Marco Travaglio

L’esordio a Tempo Illustrato, ha diretto Antenna 3 Lombardia, dal 1999 al 2004 presenza fissa su Telelombardia. Per anni al Giorno dove ha ricoperto tutti i ruoli fino a diventare direttore. Autore di una trentina di libri e di inchieste sulla mafia

Una carriera spesa al servizio del lettore. Una carriera da vero cronista, anche quando ha occupato la posizione di direttore. Questi sono stati i 50 anni di giornalismo di Enzo Catania, uomo del Sud, sanguigno, determinato, che per la notizia avrebbe fatto qualsiasi cosa. Siciliano del Messinese, Catania si trasferisce a Milano nel 1961, all’età di 21 anni, dove inizia a scrivere per il settimanale Tempo Illustrato. Ben presto approda in quella che sarebbe stata la sua casa professionale: Il Giorno. Lega la sua carriera professionale a quella del quotidiano di proprietà dell’Eni, al punto da diventare nel 1995 il primo direttore “nato” dentro il giornale. Ha imparato a fare cronaca sul campo, firmando anche inchieste sul tema dell’antimafia. Al Giorno ha fatto tutto: cronista, capocronista, inviato, vicedirettore e direttore. E segue Il Giorno fino alla fine della sua parabola, quando nel 1997 il giornale cambia proprietà.

«Vieni in cronaca e girerai il mondo». Erano queste le sue parole nei confronti di chiunque si presentasse in direzione al Palazzo dell’Informazione chiedendo di fare l’inviato. La cronaca era una vera palestra di giornalismo, soprattutto nella Milano del post-Mani Pulite, e secondo Catania aveva molto da offrire a chi non voleva rimanere seduto alla scrivania. Da direttore, ha avuto anche un grande fiuto nell’individuare e valorizzare ottime penne, in una fase in cui il giornale non era più influenzato dai partiti tradizionali che lo avevano sempre governato. Uno su tutti, è stato il primo a riconoscere lo spessore giornalistico di Marco Travaglio: dopo il fallimento de La Voce, fu lui a chiamarlo a Il Giorno, lasciando che il suo potenziale si sprigionasse in prima pagina con editoriali sulla giustizia. Con il cambio di proprietà nel 1997 si chiude anche il capitolo più importante della vita professionale di Catania, che da quel momento si cala nei panni dell’opinionista sportivo. Ma senza perdere lo spirito incalzante del giornalista di cronaca che lo ha sempre accompagnato.

Federico Baccini

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