Quando parliamo dello “stato dell’informazione”, qualunque cosa voglia dire questa espressione, spesso assumiamo toni malinconici. Non del tutto ingiustificati, a dire il vero, se si guardano alcuni dati. L’ultimoDigital News Report 2023, lo studio del Reuters Institute considerato un riferimento per il nostro settore, ne cita tre (tra mille) che sono un utile preambolo a questa newsletter.
Il primo ha a che fare con la quota di lettori che su scala globale dichiarano di avere (ancora) fiducia nei confronti dell’informazione: sono il 40%, e in Italia sono qualcuno in meno (34%). Quasi 7 italiani su 10 cioè non si fidano di ciò che leggono quando leggono notizie.
Il secondo dato riguarda chi ha scelto di non volersi più informare. I ricercatori li chiamano news avoiders e dicono che sono il 34%: abbassano la radio quando arrivano i notiziari, tolgono le notifiche alle notizie sulle loro app, sui social vanno oltre. Dietro ci sono varie motivazioni: sfiducia, ma anche noia, o ansia rispetto a certi temi (cambiamento climatico, conflitto in Ucraina, pandemie).
Infine, il terzo dato: le persone disponibili a pagare per l’informazione. Nei 20 paesi a più elevato tasso di consumo di informazione, la Norvegia è in testa con il 39% di lettori paganti, la media è del 17%, l’Italia si colloca al 12%.
Questa disaffezione ha dietro molte ragioni, come si suol dire gravemente, “di sistema”. Lo sappiamo, è cambiato tutto negli ultimi vent’anni. Ma c’è una cosa che riguarda noi, noi giornalisti o professionisti dell’informazione. È la qualità. Di sicuro in Italia, ma non solo, abbiamo assistito negli ultimi anni a un calo della qualità dell’informazione, spesso dettata da scarsità di risorse e da una ossessiva rincorsa ai social, ossessiva e funesta. Una rincorsa sui tempi, sui temi, e sul loro trattamento. Nell’ultimo numero di Tabloid – che potete leggere qui in versione sfogliabile (e in allegato in pdf, per chi preferisce) – abbiamo ragionato su tre generi giornalistici: la cronaca, l’inchiesta, il data journalism (che più che un genere è un approccio). Come stanno cambiando? E che futuro hanno davanti?
Che fare
Non solo ragionare. Su Tabloid proviamo anche a dare qualche spunto per un’azione comune. Qui all’Ordine abbiamo creato un gruppo di lavoro sul giornalismo di approfondimento e in questo articolo ne spieghiamo finalità e modalità, e ci piacerebbe che fosse uno strumento a disposizione di tutti, di tutti quelli che vogliono fare inchiesta, hanno voglia di condividere il proprio lavoro e cercano luoghi dove poterlo fare. Nell’articolo c’è un indirizzo e-mail, che per cominciare (solo per cominciare, seguiranno altri modi per restare in contatto) può essere un primo riferimento per chi volesse saperne di più. E a proposito di inchiesta, in questo articolo potete leggere come si può farne un metodo, un approccio, insomma una cosa fatta bene.
Infine, un po’ per darci fiducia e smentire quello stato malinconico di cui si diceva all’inizio, su Tabloid raccontiamo anche dei casi di scuola. In questo numero quello di OpenPolis, che pratica un giornalismo basato sui dati appunto. E quello del Centro di giornalismo permanente, che aggrega freelance e li supporta nel loro lavoro. Così, giusto per dire che oltre ai paesaggi malinconici e consueti si intravede qualche linea di futuro. A noi questo tipo di futuro sta a cuore e quindi ve ne parleremo ancora (su sito e su Linkedin, seguiteci)
Formazione – Corsi a prezzi simbolici
Come vi abbiamo già scritto, podcast, video e social sono le parole chiave dei prossimi corsi di formazione. La logica è quella che abbiamo già spiegato dei corsi di qualità a prezzi simbolici. I temi sono quelli che voi stessi avete segnalato e scelto: sono infatti le parole chiave emerse dai questionari che nei mesi scorsi vi abbiamo inviato per migliorare il sistema della formazione dell’Ordine – secondo i principi illustrati qui.
Il 10 ottobre, si tiene il corso Come creare podcast editoriali. È organizzato in collaborazione con Primopiano Academy e illustrerà le tecniche di base per creare da zero un podcast. I docenti: Giovanni Savarese, giornalista e responsabile area Podcast Primopiano; Paolo Buzzone, giornalista, autore e producer Podcast. Il 18 ottobre, sempre con Primopiano Academy, si tiene il corso Video Content Creation: i partecipanti apprenderanno le tecniche migliori per realizzare video di impatto per tv, web e social, con bassi budget e alta qualità. Verranno illustrati le regole del videomaking e gli strumenti e i comportamenti necessari per catturare la realtà attraverso videocamere o con il proprio smartphone. I docenti: Alessandro Bontempi, giornalista e videomaker; Luigi Ferreri, regista e videomaker. Infine il 24 ottobre si tiene Campagne social: come amplificare la portata dei tuoi post. Ovvero, in che modo è possibile utilizzare i social per promuovere il proprio lavoro giornalistico impostando e gestendo post e inserzioni sponsorizzate su Facebook e Instagram e sfruttando la potenzialità dell’algoritmo e dell’intelligenza artificiale integrata nella piattaforma. Il docente del corso è Filippo Tramelli, giornalista e digital strategist.
Formazione – Corsi gratuiti sul giornalismo di approfondimento
C’è ancora molto altro in ottobre.
E ha a che fare con il tema da cui siamo partiti in questa newsletter: il giornalismo di inchiesta.
Il 13, 14 e 15 ottobre, in collaborazione con Slow News, abbiamo organizzato quattro corsi dedicati al giornalismo di approfondimento. Nel primo, dal titolo Ricerca digitale avanzata, si spiega come usare gli strumenti di ricerca avanzata dei motori di ricerca per estrarre informazioni e interrogare in modo più proficuo siti, motori, e piattaforme. L’obiettivo: verificare dati e notizie per un lavoro di inchiesta. Il secondo corso, dal titolo Pronto soccorso AI – Usare davvero le intelligenze artificiali, è dedicato a come fare delle intelligenze artificiali uno strumento di lavoro e non un concorrente per chi lavora con le parole o le immagini. Il terzo corso, dal titolo Mappe e satelliti nel giornalismo, è volto a comprendere come questi strumenti possono consentirci di verificare notizie video e foto. Nel quarto corso, dal titolo Inchiesta: tutti i segreti dell’open source per il giornalismo, saranno offerte alcune delle tecniche più interessanti per realizzare una inchiesta in chiave open source intelligence.
Formazione – Questioni di genere
Due i corsi su questo tema. Il primo organizzato il 17 ottobre a Milano ha per titolo Iran, donne, religione responsabilità dell’occidente, e ha per tema la persecuzione di genere che viene attuata in Iran e non solo. Il corso indaga il rapporto fra cultura, informazione e social dando spazio alle voci degli oppositori politici e più ancora delle oppositrici, attivissime anche “in esilio”.
Il secondo corso, dal titolo Codice rosso: a quattro anni dall’entrata in vigore della legge, si tiene il 21 ottobre a Monticello Brianza (Lecco). È un’occasione per tracciare un bilancio della normativa in tema di violenza sulle donne, facendo il punto sulle procedure, sui casi, gli esiti processuali e sui i motivi di non procedibilità.