Ci sono dei momenti in cui si sente la necessità di fermarsi, fare un respiro più lungo e guardare le cose da un punto di vista un po’ più alto. Per noi, qui all’Ordine dei giornalisti della Lombardia, uno di questi momenti è il Festival Glocal di Varese, che contribuiamo a organizzare e finanziare, insieme ai colleghi di Varesenews. La dodicesima edizione si tiene quest’anno dal 9 al 12 novembre a Varese e ha per titolo Visioni. L’idea è disegnare il (un po’ di) futuro di alcuni aspetti di questo lavoro. Vasto programma, direte voi.
Infatti, il palinsesto di Glocal 2023 è ampio (qui potete trovare una panoramica), gli ospiti sono tanti e noi crediamo che qualche spunto e anche qualche risposta arriverà.
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Quasi a fare da sfondo al Festival c’è un dato che non possiamo ignorare: delle notizie molta gente non vuole più saperne. Secondo il Digital News Report del Reuters Institute, un terzo delle persone ha smesso di informarsi e in Italia solo il 34% della popolazione si fida dei media. Giocano molti fattori: ansia, eccesso di input, effetto social, e forse anche uno scadimento dell’offerta giornalistica. A questo dato e alle sue ragioni è dedicato un appuntamento di Glocal, il 9 novembre, dal titolo Non ci vogliamo più informare. A discuterne, tra gli altri, Valerio Bassan digital strategist; Marco Giovannelli, direttore di Varese news; Marco Ferrando, vicedirettore di Avvenire; Marianna Bruschi, responsabile dello sviluppo digitale di Sky Italia; Luca de Biase, Sole 24 Ore, Riccardo Sorrentino, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia.
Visioni, dicevamo. La domanda è: come stanno cambiando e cambieranno ancora alcuni generi giornalistici?
Per esempio, cosa è stato e sarà della cronaca?
Come abbiamo spiegato in questo articolo sull’ultimo Tabloid – che potete trovare qui – è ormai chiaro come la rincorsa fatta dalle testate giornalistiche ai social network nei ritmi e nel trattamento delle notizie non sta immettendo ossigeno nell’ambiente dell’informazione, non va incontro ai bisogni di chi vuole informarsi, e forse spiega un po’ di quella disaffezione alle notizie di cui si diceva. Vale anche per la cosiddetta informazione mainstream, qualunque cosa voglia dire oggi questa espressione. Il rischio è che la ricerca di click ad ogni costo, generata da modelli di sostenibilità che non trovano fonti di ricavo alternative alla pubblicità, svuoti la cronaca della sua funzione di mettere in fila i fatti e di costruire nessi (non forzati) tra i fatti stessi. Se guardiamo a tutto questo dal lato di chi produce informazione, è evidente la necessità di un nuovo patto tra giornalisti e lettori, e in parallelo tra aziende editoriali e giornalisti stessi. La rincorsa forzata ai social rischia altrimenti di diventare un vicolo cieco, in cui si perde tutti, perché si perdono lettori.
A questo tema sarà dedicato uno degli incontri di Glocal, giovedì 9 novembre (Come cambia la cronaca) con tra gli altri Luca Rinaldi (Milano Today), Roberto Rotondo (TgRai), Silvestro Pascarella (La Prealpina).
Di inchiesta e in generale di giornalismo di approfondimento abbiamo parlato più volte. Per esempio qui, provando a spiegare che cosa l’Ordine può o intende fare sul tema. A proposito di rincorse ai social, siamo consapevoli che sia proprio questo il terreno su cui distinguersi, portare valore al lettore, differenziarsi dal rumore di fondo. Ne stiamo tutti facendo esperienza in questi tempi di guerre e propagande incrociate. Come abbiamo provato a spiegare qui, fare giornalismo di approfondimento è contribuire a rivelare, con i propri mezzi, qualcosa che inizialmente non era conosciuto, perché confuso nelle pieghe dei fatti o nascosto da una forma di potere. Oggi però tutto questo richiede condizioni differenti. Per esempio, approcci plurali e collaborativi, cioè la capacità di mescolare competenze differenti e di creare partnership perfino tra testate che un tempo si sarebbero dette concorrenti. I fenomeni rilevanti – ambiente, criminalità organizzata, sistemi di controllo sulla privacy per fare solo esempi – hanno ormai gradi di complessità e dimensioni che eccedono le risorse dei singoli giornalisti e perfino delle singole testate su scala nazionale.
A questo tema al Festival Glocal di Varese sarà dedicato l’incontro dal titolo Come cambia il giornalismo di inchiesta, con Sara Manisera (Fada Collective), Cecilia Anesi (Irpi Media), Vittorio Malagutti (Domani).
Come ci siamo detti tante volte, per esempio qui, la pandemia ha creato un prima e un dopo nel giornalismo scientifico. I cortocircuiti a cui abbiamo assistito ci costringono (o ci consentono) oggi di strutturare in modo differente su questi temi il lavoro giornalistico, persino gli stessi processi produttivi. Anche in questo caso si tratta di darsi tempi e risorse più ampie, per fare meglio e più in profondità, come abbiamo scritto sull’ultimo Tabloid in questo articolo.
A Glocal si parlerà anche di questo in un incontro dal titolo Come cambia il giornalismo scientifico che si terrà il 10 novembre. A discuterne Federico Ferrazza, direttore di Wired e Beatrice Mautino, divulgatrice scientifica.
Su Glocal un’ultima segnalazione, ma in questo caso non su un genere ma su un approccio. Come abbiamo già scritto qui, il data journalism non è un affare per specialisti ma un modo di intendere il giornalismo. Nel nostro Paese il giornalismo è stato tradizionalmente considerato un genere letterario. Se invece è ricerca, estrazione ed elaborazione di informazioni il giornalismo è data journalism. Oppure, semplicemente, non è.
A Varese se ne parlerà il 10 novembre nell’incontro del titolo Come cambia il giornalismo dei dati con Marzia Antenore, docente di data journalism all’università La Sapienza di Roma; Luca Tremolada, giornalista del Sole 24 Ore; Riccardo Sorrentino, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia.
Altra formazione
Corsi a pagamento – Nella logica dei corsi di qualità a prezzi simbolici, il 24 ottobre si tiene a Milano il corso Campagne social: come amplificare la portata dei tuoi post. Ovvero, in che modo è possibile utilizzare i social per promuovere il proprio lavoro giornalistico su Facebook e Instagram. Il docente del corso è Filippo Tramelli, giornalista e digital strategist di PrimoPiano. Sempre con PrimoPiano saranno organizzati a breve altri due corsi: il 14 novembre sul personal branding; il 21 novembre su come fare una newsletter.
Corsi gratuiti – Il 27 ottobre presso lo Iulm di Milano si tiene il corso Medio Oriente e Nordafrica, i nuovi giochi delle grandi potenze. Tra i relatori: Guido Formigoni, prorettore dell’università Iulm; Monica Forni, presidente Ucsi Lombardia; Daniele Manca, direttore del master di giornalismo dello Iulm; Enrico Palumbo docente di Storia contemporanea all’università La Sapienza di Roma; Cinzia Bianco ricercatrice dell’European Council of Foreign relations; Fulvio Scaglione, giornalista già vicedirettore di Famiglia Cristiana.
Il 16 novembre, si terrà un webinar organizzato nell’ambito del progetto europeo DATACROS II (www.transcrime.it/datacros2) dal titolo Investigating financial crime with data and tools. Il webinar si propone di fornire a giornalisti investigativi da tutta Europa alcuni suggerimenti utili per condurre delle inchieste su corruzione, collusione, riciclaggio e criminalità finanziaria, e su come utilizzare al meglio dati e strumenti disponibili in questo ambito. Il webinar vedrà la partecipazione di alcuni giornalisti investigativi, tra cui i partner del progetto IRPI Media (Italia), CONTEXT.RO/RISE (Romania) e OCCRP, e ricercatori accademici di Transcrime – Università Cattolica del Sacro Cuore. Si parlerà di banche dati (registri delle imprese, registri di titolari effettivi, provider di dati societari e altre fonti), di indicatori di anomalia a livello societario e di come il tool investigativo sviluppato dal progetto DATACROS è stato usato in inchieste giornalistiche a livello europeo. Il webinar sarà in lingua inglese e la partecipazione è libera a gratuita. Maggiori informazioni e dettagli su come iscriversi saranno resi disponibili sul sito del progetto nei prossimi giorni (e ve ne daremo conto nella nostra prossima newsletter e sui canali dell’Ogl).
In coda
Il consiglio dell’Ordine della Lombardia ha deciso di segnalare al Consiglio di disciplina territoriale i due servizi mandati in onda dal programma satirico Striscia la notizia il 18 e 19 ottobre 2023, dal quale sembrano emergere frasi e allusioni rivolte da Andrea Salvatore Giambruno, giornalista pubblicista, ad alcune colleghe della redazione del programma giornalistico Diario del Giorno. Il Consiglio di disciplina deciderà nell’ambito della propria autonomia in ambito disciplinare.