Le politiche europee sui media e il ruolo della società civile

Corso di formazione organizzato dall’OgL in collaborazione con OBC Transeuropa e con il supporto del progetto TraPoCo. Si terrà il 7 luglio a Milano. Focus su SLAPP, donne giornaliste e informazione locale.

La libertà di espressione e d’informazione sono un elemento costitutivo delle società democratiche, come sancito anche dalla Carta europea dei diritti fondamentali. Garantire un ambiente favorevole a un panorama mediatico libero, indipendente e pluralistico contribuisce a rafforzare il buon governo di un Paese e il buon funzionamento delle istituzioni, responsabilizzando il potere e aumentando la fiducia dei cittadini.

L’Unione europea è ancora considerata uno dei luoghi più sicuri per i giornalisti. Eppure negli ultimi anni il numero di minacce e attacchi nei loro confronti è aumentato in modo drammatico. I giornalisti sono sottoposti a una forte pressione in un contesto generalizzato di interferenze, attacchi e mancanza di protezione che, seppur in forme diverse, colpisce il settore in tutta Europa. A causa della pandemia, si è assistito a un significativo peggioramento della situazione. Si ricorre sempre più spesso alle cause strategiche contro la partecipazione pubblica o querele temerarie (conosciute anche con l’acronimo inglese SLAPP), abusando degli strumenti legali per mettere a tacere  informazioni di interesse pubblico. Le molestie e le intimidazioni online – che con più frequenza colpiscono le donne giornaliste –  così come gli episodi di sorveglianza, sono un fenomeno in crescita, diretto soprattutto contro coloro che si occupano di corruzione, diritti umani e altre questioni rilevanti per lo Stato di diritto.

L’Unione europea, superando forti e radicate resistenze ad intervenire nel settore dei media, negli ultimi anni ha promosso una serie di iniziative per proteggere la condizione dei giornalisti e dei media in UE e garantire l’indipendenza e il pluralismo in un settore in rapida trasformazione: dallo European Democracy Action Plan, alla proposta di Direttiva europea contro le SLAPP attualmente in fase di negoziazione per l’approvazione tra Parlamento europeo e Consiglio dell’UE, all’European Media Freedom Act, un tentativo di istituire norme volte a creare un quadro comune per i media nel mercato interno. 

Dal 2020, la relazione sullo Stato di diritto della Commissione europea documenta l’aumento delle intimidazioni e degli attacchi contro i giornalisti nello spazio europeo. Sulla base dei risultati dei rapporti sullo Stato di Diritto nel 2021 la Commissione ha adottato una Raccomandazione sulla protezione, la sicurezza e l’empowerment dei giornalisti rivolta agli Stati membri per garantire condizioni di lavoro sicure per i professionisti dell’informazione. 

Il corso di formazione “Politiche europee sui media e il ruolo della società civile: SLAPP, donne giornaliste e informazione locale”, organizzato dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia in collaborazione con OBC Transeuropa e con il supporto del progetto TraPoCo e che si terrà il prossimo 7 luglio a Milano (ore 10:00 – 13:00, Sala del Grechetto, Biblioteca Sormani) ha l’obiettivo di illustrare i più recenti sviluppi in materia di politiche europee sul tema della libertà di stampa e pluralismo, e inquadrare la tutela della libertà di stampa nella prospettiva del sistema multilivello europeo di protezione dei diritti fondamentali. 

La formazione, rivolta a giornaliste e giornalisti iscritti all’Ordine dei Giornalisti, è suddivisa in tre parti: la prima offre una panoramica delle recenti iniziative europee per la libertà di stampa e in supporto dei giornalisti minacciati; la seconda approfondisce il tema delle querele temerarie su cui si è attivata una forte mobilitazione transnazionale che ha coinvolto Ong e altri soggetti attivi in difesa della libertà di stampa in tutta Europa; la terza è un micro- approfondimento sul tema del giornalismo locale e sulla condizione delle donne giornaliste a cavallo tra Italia ed Europa. 

Il corso sarà tenuto da Rossella Vignola e Serena Epis, ricercatrici dell’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa.

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