Approvato il bilancio 2023/24 dell’OgL

L’Assemblea dei giornalisti iscritti all’ordine della Lombardia, convocata il 28 marzo in seconda convocazione, ha approvato i bilanci dell’Ordine sottoposti dal presidente Riccardo Sorrentino e dal Consiglio dell’Ordine.

Oltre mezzo milione di patrimonio, e una nuova organizzazione interna. La strategia di rafforzamento patrimoniale dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha raggiunto l’obiettivo che si era posto: l’avanzo netto del periodo, pari a 132.685 euro porterà il patrimonio netto, dopo l’assemblea del 28 marzo, oltre i 500mila euro, a quota 519.269 euro. Dopo la fase di risanamento, completata dalla precedente consiliatura, e quella di rafforzamento perseguita da questa consiliatura, sul piano patrimoniale e finanziario si apre dunque nel 2024 una nuova fase, in cui – in linea con le finalità dell’Ordine e la sua natura di ente pubblico – gli avanzi avranno semplicemente il compito di segnalare il corretto andamento della gestione, continuando a rafforzare ma a ritmi meno cogenti la struttura patrimoniale.

Il risultato netto del 2023 è inferiore a quello, irripetibile, del 2022, e pari a 212.192 euro. La riduzione dei costi complessivi, in calo del 3%, non è riuscita a compensare il calo dei ricavi (-5,7%) che, nel 2022, erano stati spinti dall’attività di recupero dei crediti e delle relative more. È stato anche ridotto il contributo per la Formazione dell’Ordine nazionale, passato a 63mila euro dai precedenti 80mila euro. Nel 2021 il risultato netto era stato di 75.253 euro, dopo accantonamenti per 25mila euro.

In prospettiva, è stato calcolato che il solo trend di flessione degli iscritti e il raggiungimento dell’età pensionistica di una quota importante di iscritti, porterà a minori ricavi per almeno 20mila euro ogni anno.

I crediti verso gli iscritti, al netto della quota di competenza dell’Ordine nazionale, sono pari a 350.408 euro e sono ampiamente coperti dagli accantonamenti.

Servizi più efficienti agli iscritti. La nuova fase dell’Ordine – grazie al completamento dell’informatizzazione – sarà caratterizzata da un’attenzione crescente ai servizi agli iscritti, soprattutto quelli legati all’attività core dell’ente, la gestione degli elenchi e delle quote. A questo scopo, l’Ordine della Lombardia adotterà una nuova organizzazione “orizzontale”, in linea con i modelli più avanzati di organizzazione aziendale, particolarmente compatibile con le ridotte dimensioni dell’ente.

L’organizzazione orizzontale evita che i flussi informativi scorrano in modo esclusivamente verticale, che impediscono così ogni forma di scambio di esperienze e di cross-fertilization. Il nuovo modello permetterà:

  1. di porre al centro della sua attività non i compiti e le funzioni, ma i processi 
  2. di individuare coordinatori che abbiano, in team, il controllo dell’intero processo
  3. di ridurre i livelli gerarchici riducendo tutte le attività che non abbiano valore aggiunto (in termini di servizi, non in termini monetari)
  4. di integrare nel sistema, quando possibile, i consulenti.

L’organizzazione degli uffici prevederà quindi la creazione di due team. Un team di “gestori”dei processi, affidato a due coordinatrici; e un team di addetti, che integrerà anche le funzioni di Informatica e di front-desk (l’ex centralino). La Formazione è invece oggetto di un progetto specifico, che dovrebbe essere completato a fine marzo, con l’obiettivo di ampliarne le funzioni.

L’organizzazione orizzontale permette un uso ottimale delle risorse a disposizione, evitando la compartimentazione; consente maggiore flessibilità e coordinamento tra gli impiegati, facilita risposte rapide, migliora la comunicazione interna, e aumenta il livello di soddisfazione degli addetti. Le ridotte dimensioni dell’Ordine assicurano che i limiti di questo modello non costituiscono un rischio reale: l’ente, nella sua attività a servizio degli iscritti, non richiede forti specializzazioni – le competenze informatiche sono facilmente integrabili e, nel concreto dell’organizzazione dell’Ordine lombardo, sono tali da chiedere una maggiore integrazione all’interno del gruppo di lavoro – né c’è la possibilità che gli impiegati possano prendere decisioni lontane dalle priorità dell’Ordine senza che siano prontamente individuate.

È importante sottolineare che il modello di organizzazione orizzontale adottato non è un modello olocratico, in cui domina l’autoorganizzazione del gruppo, né uno di self-management. Non si tratta di una scelta ideologica ma di una semplice opzione pragmatica. L’esperienza dell’Ordine durante il Covid e in occasione dell’implementazione dello smart working ha fatto sì che l’ente si avvicinasse naturalmente al modello, confermandone la sua idoneità. Non è inadatto inoltre alla natura pubblica dell’Ordine

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