Il giornalismo di oggi è profondamente mutato. I professionisti del futuro devono imparare a interfacciarsi con la dimensione digitale, continuando, però, ad affidarsi al faro della deontologia e dell’etica. È quanto sostiene Marco Lombardi, direttore della Scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in questa intervista video realizzata da Eleonora di Nonno e Carlotta Bocchi, allieve del master di Giornalismo dello IULM di Milano.
«La nostra è la Scuola dell’Università Cattolica – spiega Lombardi – Questo vuol dire sottolineare una preoccupazione per l’etica e la morale, non tanto per la specificità religiosa. Non vogliamo fornire solo tecniche, ma anche una visione entro la quale usarle. Sicuramente il reportage sociale orienta tutte le nostre pratiche, grazie a giornalisti che si occupano da anni di guerre e zone di conflitto».
Alla Scuola di giornalismo della Cattolica le materie sono organizzate in blocchi: «Uno sul sistema dell’informazione e le diverse tipologie di giornalismo, un secondo sulle tecniche e i metodi e infine uno sulle carte deontologiche. Abbiamo costruito un piano formativo come un “tavolino a quattro gambe”, sorretto dal Print Lab, ovvero il giornalismo cartaceo. Le altre gambe del tavolo sono: il Tv Lab, tutto quello che riguarda il giornalismo televisivo, il Radio Lab, cioè il giornalismo radiofonico, e il Digi Lab, il giornalismo digitale. A questo si aggiungono le lezioni frontali e il lavoro di redazione».