Giornata dell’Informazione: una professione tra riforma e censure

Sintesi dei relatori

Si  è svolta il 9 maggio 2009 la Giornata dell’informazione. L’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha organizzato al Circolo della Stampa il convegno dal titolo “Una professione tra riforma e censura”. Quattro i temi trattati: intercettazioni, privacy, progetto di riforma dell’Ordine dei giornalisti e Carta di Roma.

Intercettazioni

Il 95% di ciò che abbiamo pubblicato in questi anni è stato scritto e riportato dai giornalisti con modalità pienamente legittime. Bancopoli, Calciopoli e tante altre inchieste non ci sarebbero state senza le intercettazioni. Certi scandali non si possono sostituire con una secchiata di reality. L’attuale disegno di legge di Alfano ci riporta al famigerato Codice Rocco del 1930 quando era vietata qualsiasi pubblicazione parziale o totale degli atti fino all’apertura del dibattimento>, ha detto Alessandro Galimberti, componente dell’Unione nazionale cronisti con delega ai temi giudiziari e redattore di Norme e Tributi del Sole 24 Ore.

Privacy

Il giornalista non deve farsi impaurire dalle norme sulla privacy spesso citate a sproposito, ma deve badare alla verità sostanziale dei fatti. La privacy è sacra solo quando si parla di minori oppure delle vittime di violenza sessuale o di dati sensibili sulla salute. Per il resto è il diritto di cronaca ad avere la priorità e gli atti non più coperti da segreto devono essere accessibili ai giornalisti. Oggi però c’è un clima tale per cui troppo spesso scatta una certa autocensura e la cautela dei giornalisti è proporzionale alla notorietà del personaggio in questione>, ha spiegato l’avvocato Caterina Malavenda, cassazionista e penalista che ha collaborato con l’avvocato Corso Bovio nella redazione di testi di diritto per il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.

Riforma dell’Ordine dei giornalisti

Del progetto di riforma dell’Ordine dei giornalisti ha parlato Marco Volpati, presidente della Commissione giuridica dell’Ordine nazionale, che ha illustrato i tre punti cardine: <l’accesso alla professione attraverso il percorso universitario, la riduzione del numero dei consiglieri nazionali, la modifica della composizione e delle procedure degli organi chiamati a giudicare sulle violazioni al codice deontologico>. Volpati ha detto che buona parte della proposta dell’Ordine è stato recepita dal progetto di legge presentato alla Camera dei Deputati il 22 aprile scorso, primo firmatario Pino Pisicchio (con Pionati, Giulietti, Mazzuca e altri)

Carta di Roma

Su diritto dei migranti e media si è soffermato Stefano Trasatti, direttore di “Redattore sociale”: <Si parla degli immigrati solo quando sono vittime o protagonisti di brutte storie magari di nera o altro. Anche il linguaggio sui media è da rivedere. Noi, ad esempio, abbiamo scelto di abolire la parola clandestino. Le redazioni dei giornali sappiano che c’è la Carta di Roma, che è poco conosciuta, ma è un decalogo contro la xenofobia e il diritto alla dignità dei migranti sui media>.

Emergenza informazione e neutralità della Rete

Durante il dibattito è intervenuto Luigi Vimercati, senatore del Pd e componente della Commissione di vigilanza Rai, che si è detto <preoccupato per il taglio dei fondi sulla radio emittenza, per l’emergenza che sta attraversando oggi il mondo della carta stampata oltre che per i rischi di censura in Internet> e ha annunciato un disegno di legge (insieme a Vincenzo Vita) sulla neutralità della Rete.

Al termine del convegno la presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, Letizia Gonzales, che ha coordinato il dibattito, ha esortato a proseguire il dialogo e il confronto tra giornalisti e mondo politico non solo sul progetto di riforma dell’Ordine ma anche e soprattutto sui temi delle intercettazioni e della privacy.

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