La Camera ha approvato il divieto di pubblicazione delle ordinanze fino alla conclusione delle indagini preliminari: mentre si dice di volere tutelare il principio di presunzione di innocenza si restringe la possibilità di un giornalismo corretto e si ottiene l’effetto contrario.
Con 160 voti a favore e 70 no la Camera ha approvato il divieto di pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare fino al termine delle indagini preliminari o alla conclusione dell’udienza preliminare. Il provvedimento, promosso da un emendamento proposto da Enrico Costa di Azione, alla legge di delegazione comunitaria, dovrà essere votato dal Senato e sarà poi Il Governo entro sei mesi dal secondo voto a recepirne le indicazioni in un decreto legislativo.
Si tratta di un provvedimento triste e controproducente. Nel senso che rende più difficile raggiungere gli obiettivi che si propone.
La nuova formulazione dell’articolo 114 del Codice di procedura penale, approvata dalla Camera, nega infatti il principio di presunzione di innocenza e mette in difficoltà la possibilità di fare giornalismo corretto.
È molto triste, infatti, che sia la segretezza delle decisioni delle Procure – uno dei poteri più incisivi, perché può limitare la libertà personale – a essere chiamata a tutelare un principio di grande civiltà giuridica, che richiede invece di essere portato fuori delle aule dei tribunali, ma nell’assoluta trasparenza delle decisioni prese dalla magistratura e delle loro motivazioni.
Soprattutto la norma, che non può certo comprimere il diritto di informare sui fatti, tutelato dall’intero ordinamento giuridico in varie forme, rende più difficile attingere le informazioni a fonti affidabili, aprendo la porta invece alle fonti più spregiudicate, interessate a dare una versione solo frammentaria di quanto sta accadendo, senza che i giornalisti abbiano la possibilità – dall’analisi degli atti giuridici nella loro interezza – di farsi un quadro preciso di quanto stia accadendo.
È un’ennesima norma bavaglio che otterrà risultati opposti a quelli che si propone.
Altro che orgoglio italiano! E poi,orgoglio del bavaglio alla stampa?
Michele D’Elia
Direttore R. di Nuove Sintesi