È più di un rischio: il decreto legislativo sulla presunzione d’innocenza – che ha modificato la normativa sui rapporti tra le procure e gli organi di informazione – se male interpretato può davvero, nel nome di un principio indiscutibile, ingessare il flusso di informazioni sulla giustizia penale, distorcere il rapporto con le fonti e persino contribuire a svuotare il ruolo dei giornalisti nella valutazione delle notizie. Per evitare che un principio importante dell’ordinamento giuridico arrivi a ledere nei fatti il diritto di informazione, l’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha deciso di avviare una serie di incontri con tutti i protagonisti coinvolti: giornalisti, procure, forze dell’ordine.
Come primo passo, per sondare la concreta esperienza dei colleghi, il presidente Riccardo Sorrentino, insieme al segretario Rosi Brandi e a Ester Castano, consigliera delegata su Giovani, Nuovi giornalismi e Pari opportunità ha incontrato il presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti Paolo Perucchini e il presidente del Gruppo cronisti lombardi, Fabrizio Cassinelli.
L’incontro ha riconosciuto l’esistenza di un obiettivo comune, ma anche la reciproca autonomia e la diversità di approcci; e ha avviato un proficuo scambio di informazioni che coinvolgerà anche i colleghi che seguono la cronaca nera e la giudiziaria.
È stata inoltre riconosciuta la necessità di segnalare all’Ordine nazionale la necessità di agire in sede politica perché sia modificata la normativa in senso più rispettoso del diritto di informazione o, almeno, perché esso sia garantito per via interpretativa, e in modo uniforme sul territorio italiano.