Su iniziativa dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, si sono riuniti per la prima volta intorno a un tavolo di discussione, tutti i protagonisti della filiera della carta stampata, davanti a una platea di oltre 700 giornalisti. L’evento dal titolo “La filiera e il ruolo della carta stampata nell’era del web. Mercato, riforme, deontologia” si è svolto nell’Aula magna (in foto) dell’Università Statale di Milano ed è stato seguito da una diretta Twitter dagli allievi del Master in giornalismo Walter Tobagi, con l’hashtag #incartareilweb entrato (e rimasto fisso per tutta la mattina) nei primi 10 trend topic della giornata (ottavo nella prima metà della mattinata, quinto nella seconda parte del convegno).
Sono intervenuti come relatori Fabrizio Carotti (direttore generale Federazione Italiana Editori Giornali), Alberto Dal Sasso (Advertising business director di Nielsen Italia), Armando Abbiati (presidente Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai), Stefano Micheli (direttore Network Diffusione Media, distributori giornali), Paolo Mattei (vice presidente Assocarta e amministratore delegato delle Cartiere Burgo) e Peter Gomez (direttore de ilfattoquotidiano.it). Ha introdotto il convegno Gabriele Dossena, presidente Ordine giornalisti Lombardia, moderatore Venanzio Postiglione, vice direttore del Corriere della Sera e direttore giornalista del Master in giornalismo /Ifg- Scuola di giornalismo Walter Tobagi. Per l’occasione è stata presentata la sintesi di una ricerca comparata sul giornalismo italiano ed europeo curata dal professor Sergio Splendore ricercatore del Dipartimento di Studi sociali e Politici Università degli Studi di Milano dal titolo “L’editoria cambia, il giornalismo resta”, dalla quale risulta che il giornalismo italiano è molto influenzato da pressioni politiche ed economiche, percepisce l’importanza dei Codici deontologici che però hanno una bassa influenza sul lavoro, è più accondiscendente del giornalismo inglese e tedesco alle linee editoriali del proprio giornale, tiene in maggior considerazione (rispetto a “press council” di altri Paesi europei) l’Ordine dei giornalisti, nonostante sia cosciente dell’importanza dei principali compiti della professione come le notizie imparziali, verificate e oggettive. In Italia – si rileva sempre dalla ricerca – tra i media utilizzati per informarsi ha netta prevalenza la televisione rispetto alla preferenza di utilizzo del web negli Stati Uniti. In generale l’informazione italiana e americana risulta mediamente poco credibile anche se i lettori, in realtà, si fidano delle loro testate di riferimento. Interessante notare, in ogni caso, che – se si fa eccezione per i grandi portali come Google e Yahoo – le principali fonti d’informazione online sono e rimangono le testate tradizionali che erano già stabili anche nel mondo offline. Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, Gabriele Dossena, da parte sua, ha sottolineato il fatto che sia nel giornalismo cartaceo sia nel giornalismo online devono valere le stesse regole deontologiche sintetizzate nell’art. 2 della Legge istitutiva dell’Ordine, la n. 69 del 3 febbraio 1963 e cioè che “il giornalista è tenuto a raccontare la verità sostanziale dei fatti”. Pena la credibilità non solo dei giornalisti ma del giornalismo. “Oggi c’è un problema di qualità del giornalismo, ma anche di rappresentatività della categoria. Oggi un Consiglio nazionale di 144 persone non ha più senso”, ha sottolineato Gabriele Dossena che ha proposto una Riforma dell’Ordine con il dimezzamento dei rappresentanti nel Consiglio nazionale con una proporzione di 2/3 professionisti e 1/3 pubblicisti e con la costituzione di tre o quattro macro-regioni in una sorta di Federazione degli Ordini regionali.
In allegato il pdf con la sintesi della ricerca presentata dal professor Sergio Splendore durante il convegno, i dati Nielsen 2014 presenati da Dal Sasso, l’intervento di Armando Abbiati (Snag, edicolanti), la relazione Stefano Micheli di NDM distributori locali stampa e di Paolo Mattei sull’industria cartacea italiana nel 2014.
prof._splendore_sintesi_relazione_11_novembre_2015